Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) II.djvu/227

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224 ARISTOFANE


Deh, venerandi Numi, perdonatemi!
Non è da me, ma non l’ho fatto apposta!

schifacleone

Non te la stare a prendere: ché io
ti manterrò come un signore, oh babbo,
e ti condurrò meco dappertutto,
ai banchetti, ai simposi, agli spettacoli,
sicché d’ora in avanti passerai
la vita divertendoti. Né Iperbolo
potrà gabbarti e riderti sul muso!
Entriamo, sll’!

filocleone

Giacché ci tieni, entriamo!
Padre e figlio entrano in casa. I servi tolgono quanto era stato
portato sulla scena, meno il letto che rimane dinanzi alla porta.