Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) II.djvu/290

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I CALABRONI 287

NOTE 287 gona poi se siesso ad un amuleto. In tutto questo diffìcile brano il proprio e il figurato si accavallano un po’. Cfr. Origine ed elementi, 211. Pag. 228, v. 21. - l’elice auspicio: la nottola era, come’ ognun sa, l’uccello sacro ad Atena. Pag. 231, v. 3. - Raffigura il tramontano al Gran Re.’ Pag. 231, v. 8. - Pare voglia dire che non gli conviene indossare abiti nuovi, perchè li insudicerebbe facilmente. Pag. 233, v. I. - Demo attico: dove, presumibilmente, si fabbricavano mantelli somiglianti a quello che ora vien presentato a Filocleone. Pag. 233, v. 7. - 11 molle Morico era probabilmente freddoloso, e usava coprirsi con vesti molto ampie e lunghe. Pag. 233, v. 9. - Si ricordi che il tessuto di questo mantello somigliava a trippa. Pag. 235, v. 3. - Perchè tra poco sarà bollito nel proprio sudore. Pag. 235, v. 7. - li verso 1006 degli Eraclidi d’Euripide dice: D’inimico leon l’infausta prole. Pag. 236, v. 12. - La veste dovè essere verdognola, come un empiastro d aglio: e Filocleone pel caldo era rosso come appunto un fignolo infiammato. L’aglio era farmaco abituale nella medicina popolare. Cfr. Origine ed elementi, 229. Vedi anche la nota del Richter e la contronota, che mi sembra poco ponderata, del Van Leeuwen. Pag. 237, v. 7. - Che Lamia apparisse spesso sulle scene comiche, sembra si possa indurre da due rappresentazioni figurate pubblicate dal Mayer (cfr. il mio articolo Ninfe e Cabiri, in Musica e poesia delr antica Grecia, Bari, Laterza). Ma non sappiamo a quale episodio si riferisca propriamente questa allusione. Pag. 237, v. 8. - Cardopione (da l(àrdopos, madia) era persona delle favole, come si raccoglie dalla replica di Schifacleone: e non parrebbe improbabile si trattasse di qualche demonietto tutelare delle madie. Pag. 238, v. 6. - Le città greche mandavano insigni cittadini come rappresentanti ai giuochi sacri che si celebravano in varie città della Grecia. Pag. 238, v. 9. - Cioè era nella ciurma, e remigava. Pag. 238, v. 15. - Schifacleone parla del muscolo pettorale, e Filocleone intende parli della nota arma di difesa, della quale non si faceva certo uso nel pugilato.