Pagina:Commemorazione di Adriano de Longpérier.djvu/13

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loro hanno questi studi, dovette pure occuparsi di epigrafia e di archeologia figurata, arricchendo così la ancor giovane sua intelligenza di quanto spesso non trovasi in un provetto erudito. In relazione coi dotti della sua epoca, che ne stimavano già allora altamente il sapere, egli pensava tutto ciò non essere per lui che un passatempo, mentre doveva fra poco diventare lo scopo e l'obbiettivo di tutta la sua vita.

Stabilitosi definitivamente a Parigi, nel 1835 ottenne di venir applicato a quella Biblioteca reale, e nell’anno susseguente era addetto all’annessovi Gabinetto delle medaglie. Trovandosi nel vero campo de’ suoi studi, sviluppò in modo sorprendente le sue già vaste cognizioni, ed acquistò una giustezza d’intuizione quale in pochissimi si trova, e che s’accrebbe poi sempre in lui in seguito con grande profitto degli studiosi, verso i quali ognora mostrossi largo di consigli e di schiarimenti.

Prima a riconoscere i meriti del giovane Longpérier si fu la Società degli Antiquari di Francia, che appena ventenne lo ascrisse al suo Corpo, ed in lui trovò un valido, operoso ed intelligente collaboratore. I suoi scritti ed il suo reale valore numismatico ed archeologico valsero a fargli salire in pochi anni i primi gradi nella Direzione del Museo. Ei volse allora i suoi sguardi verso una parte della scienza nummaria ancora a’ suoi tempi poco nota e che presentava tuttora serie difficoltà pella classificazione esatta delle monete che si riferivano, vo’ dire la numismatica orientale. Il Longpérier vi si applicò di proposito, ed a distanza di men di quattro lustri, nel 1840 e 1857, pubblicò due preziose memorie sulle monete dei re Sassanidi di Persia, e sulla cronologia ed iconografia degli Arsacidi1. Per riescire a tali risultati, che gli procurarono successivamente due premi dall’Istituto di Francia, egli dovette applicarsi allo studio dell’arabo, dell’ebraico, del turco e del persiano che gli appianarono la via a quello del pehlvi necessario per la spiegazione delle leggende delle monete dei Sassanidi. Non tralasciò tuttavia la numismatica antica e la medioevale, e prova ne sia il catalogo delle monete greche della collezione Dassy e quello delle

  1. Essai sur les médailles des Rois Perses de la dynastie des Sassanides. Paris. 1840.
    Mémoires sur la chronologie et l’iconographie des Rois Parthes Arsacides. Paris, 1857.