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di carlo darwin | 31 |
giudicata una delle maggiori divinazioni del genio alato del filosofo inglese. In essa è il germe, è la gemmula di nuove e grandi scoperte che saranno possibili, quando la chimica e la fisica ci avranno rivelato il mistero profondo delle affinità elettive degli atomi.
L’ultima opera del Darwin, che completa e incorona la sua grande trilogia dell’evoluzione, è quella dell’origine dell’uomo, dove applica le sue teorie al più complesso organismo del nostro pianeta e si gettano le basi della psicologia comparata positiva. Vorrei che questo libro fosse nelle mani e nel cervello di quanti studiano le scienze naturali: in nessun altro potrete trovare meno frasi e più fatti, meno declamazione e maggiore potenza di osservazione. Pare che l’autore occulti sempre la sua individualità per far parlare da sola la natura, pare che in ogni pagina stieno scritte le parole dantesche: t’ho messo innanzi, ormai per te ti ciba. È davanti a quest’opera che si rimane ad ogni tratto non so se più insuperbiti della potenza del pensiero umano o più umiliati della propria pochezza. Dinanzi a quel monumento aere perennius non si ha più il coraggio d’imprecare alla vita, perchè è troppo breve: e si rimane attoniti e colle ginocchia della mente inchine dinanzi ad un tempio pensato ed inalzato da un uomo solo in poco meno di mezzo secolo di osservazioni e di meditazioni. È fra quelle pagine immortali che si prova il brivido sacro delle foreste druidiche e dei templi gotici. Benedetto il genio che ci dà queste alte emozioni e ci fa capire come le parole di santità e di idealità non saranno mai cancellate dal dizionario degli uomini.