Pagina:Commemorazione di Carlo Darwin.djvu/38

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36 commemorazione

fronte inchina all’adorazione. La morfologia dell’evoluzionismo aspetta un nuovo Darwin della chimica, che col dimostrare la possibilità di poche e determinate combinazioni riempia le lacune, che l’Haeckel, talvolta più romanziere che naturalista, riempiva coi mostri della fantasia. Così come nella chimica non è possibile che un solfato o un bisolfato e fra essi non vi sono combinazioni intermedie, così il Darwin chimico dell’avvenire dimostrerà come tra l’antropomorfo nostro avo e l’uomo non siano possibili nuove forme intermedie e come le specie nascano, non solo per elezione naturale o artificiale, ma per neogenesi.

Se la distruzione dei deboli ci accora, se la scomparsa immatura di tanti nati alla vita ci addolora, se nella contemplazione della vita interpretata da Darwin ci par di sentire la bufera cosmica, che ci spazza via dai sentieri della vita come foglie avvizzite dal freddo del novembre; vediamo nell’evoluzionismo una luce di sole che non tramonta che per illuminare altri mondi e altri vivi. Noi morremo non solo come individui, ma anche come specie, ma morendo sentiremo nelle viscere agitarsi l’immortalità della natura, che muta forma, ma non si distrugge e nelle ceneri della morte vedremo sempre muoversi la scintilla di quel pensiero, che non posa mai. Se contemplando l’agonia dell’uomo che muore, si agghiaccia il nostro cuore dinanzi all’occhio amato che si fissa immobile per sempre, la lagrima del nostro occhio che piange riaccende la fiaccola di una nuova vita.

Sull’albero immortale della vita un ramo potente si è schiantato, ma nuove gemme lo rifaranno più ro-