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allhora tirava soldo da Franzesi, subito non l'attendesse. Onde per metterli le mani adosso, pensando che senza proposito non si fusse partito, poscia ch'egli hebbe poste guardie di soldati ne luoghi opportuni, egli con gran prestezza se n'ando a Milano a Tommaso Fusio, il quale da uno Castelluzzo, di cui era in Guascogna Signore, era chiamato Monsignore de Lescuns per manifestarli molti inditii, che haveva della rebellione de Milanesi. Perché costui era per Odetto suo fratello Vice Re in Italia. Parve la cosa degna per la grandezza del pericolo: d'essere considerata: et perché molti pensavano che Parma si dovesse prima tentare, molti ribelli Milanesi non di buono animo verso il Re di Francia, a Reggio si raunarono. La onde Monsig. de Lescuns, sanza havere ancora congregato fanteria con gli huomini d'arme et alcuni capi Franzesi et Milanesi, che favorivano la parte di Francia, ne venne subito a Parma. Et havendo inteso che il Morone schifati gli agguati era arrivato a Reggio, si transferi subito in quel loco, et fece chiamare a parlamento quello, che in nome del Papa governava la terra. Fu Monsignor de Lecuns introdotto in certo antiporto fuori d'una porta della terra: dove secondo l'ordine allungando il parlare, molto si doleva che i ribelli et nimici del Re contra l'accordo fatto a Bologna tra 'l Papa et il Re, et per insino a quel giorno mantenuto, non solamente fusseno nello stato del Papa raccettati, ma cercasseno ancora et non invano aiuti et favori. In questo mezzo Alessandro Triultio con una compagnia d'huomini d'arme, i quali facevano sembianti d'essere soldati del Conte Guido Rangoni Capitano del Papa, fece pruova d'entrare nella terra per l'altra porta, che mena a Modena. Fu da quelli di Reggio conosciuto l'inganno: la onde prese l'armi il Triultio con tutti i soldati che haveva seco ributtarono: et lui con una palla