Pagina:Commentarii di m. Galeazzo Capella delle cose fatte per la restitutione di Francesco Sforza secondo duca di Milano.djvu/30

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to d'andare con l'essercito alla Badia di Chiaravalle, laquale non era oltra quattro milia passi dalla terra lontana. Non pareva al Marchese di Mantova, ne al Marchese di Pescara che fusse utile differire nel seguente giorno il venir alla citta essendo tanto propinqua: et a punto uno vecchio che veniva da Milano stato preso da cavalli leggieri, tutto tremante, domandava d'essere a Gierolamo Moroni prestamente condotto: il quale tosto ch'egli vide piangẽdo per l'allegrezza prego che non tardasseno di venire alla terra, affermando i Franzesi esser per la paura sbigottiti, ne sapere che partito dovesseno pigliare: ch'eglino penerebbeno tanto a pigliarla, quanto essi differisseno la venuta: Et che a Franzesi erano inimici, non solamente gli huomini, ma Iddii ancora: havendo essi le cose sacre loro et specialmente Santo Ambrogio Protettore fatto forza di manomettere. Essendosi udito il parlare del vecchio, che pareva dicesse il vero, il Cardinale de Medici havendo alquanto col Marchese di Mantova et col Marchese di Pescara et col Morone ragionato, delibero di pigliar nuovo partito: Et perché il Signore Prospero guidava le schiere del mezzo, essi che nelle prime si trovavano, comandarono a soldati che alla citta camminasseno: et tra primi si trovava il Marchese di Pescara? Il quale tosto che egli arrivo ad uno luogo chiamato Vigentino, dove i nimici alzavano uno bastione con terra, che cavavano, comincio a cõfortare i soldati, che salisseno, le genti Vinitiane, che guardavano quel luogo, nõ pẽsando a tal cosa, et facẽdo a pena i primi che dẽtro saltavano resistenza, tutte subito si diedeno in maniera a fuggire, che sanza difficulta i nimici salivano in sul Bastione. Non era molto discosto da quel luogo il Signor Theodoro Trivultio Governatore delle genti Vinitiane. Il quale poscia ch'egli hebbe sentito il terrore de suoi, et la venuta de ni-