Pagina:Comnena - Alessiade, 1846, tomo primo (Rossi).djvu/10

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8 PROLOGO.

mia a quella del perduto consorte. Il quale unitamente alle prefate scede portò seco dal campo, misera me! un irreparabile morbo, derivatogli forse dal crudo tenor di vita e dai molti disagj, inseparabili compagni della rigida sua professione; forse dai travagli e dalle assidue fatiche delle battaglie e cotidiane zuffe; e forse, aggiungerò, dall’incredibile affetto e premura verso la mia persona, venendo incessantemente molestato dalla brama di avermi accanto. Se pure non darei meglio in brocco dicendo che tutte queste cose in uno, la sua onninamente connaturale sollecitudine, le malagevolezze senza tregua, la varietà del clima e delle stagioni, i difficili eventi; così numerosi motivi congiurati alla rovina di tanta virtù abbiangli porto, ah dolorosa rimembranza! il mortifero nappo.

IX. Checchè ne sia, rimasosi con forte animo compagno e partecipe della spedizione contro i Sirii ed i Cilici, quantunque ne lo distogliesse il peggioramento della sua malsania, costretto nondimeno a cedere all’aggravantesi languore, ed a riparare da ultimo in patria, venne primamente tradotto così infermo e con enfiagione intestinale derivatagli dall’assidua tolleranza di tanto improba fatica, dalla Siria nella Cilicia, quindi nella