Pagina:Comnena - Alessiade, 1846, tomo primo (Rossi).djvu/28

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24 ANNA COMNENA

lio, uomo di ambigua fede, già di sospetta potenza, e testè nemico, il quale da lungo tempo e non senza vicendevole pericolo tiene in iscompiglio e Turchi e Romani.”

VIII. Persuaso Tutac unitameute ai barbari seguaci di lui si compiè questa faccenda, per via di messaggi, dal padre mio duce del romano esercito col dare ostaggi scelti fra le più illustri famiglie a guarentigia del convenuto danaro e relativo pagamento. Dopo di che Urselio viene subitamente arrestato e condotto ad Alessio in Amasea, a norma del fatto accordo; ma da poi lo sborso della somma promessa patì indugio, mancando il duce di mezzi per adempierlo, e l’imperatore non curandosene punto; il danaro adunque non solo procedeva con tardo piede (come dice la tragedia), ma del tutto non veniva innanzi. Laonde Tutac co’ suoi pigliò ad instare perchè o si numerasse l’oro convenuto, o fosse restituito il prigioniero, andatane la compera a vuoto, rimandandolo nel luogo di sua partenza. Alessio, il quale neppure spogliatosi di tutto avrebbe potuto soddisfare del proprio il convenuto prezzo della cattiva merce, passata l’intera notte in affannosi pensieri, deliberò alla fine di chiedere in prestanza agli Amaseni e con pronta colletta l’occorrente danaro. Il di che scomparse le tenebre, egli, sebbene comprendesse la molta difficoltà di quanto era per trattare, chiamò a consiglio tutti que’ cittadini, ed in ispecie i più ragguardevoli per opulenza ed autorità, e volgendo particolarmente ad essi la parola cominciò a dire:

IX. “Affè di Dio che a voi sono manifesti i procedi-