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Pagina:Compendio storico della Valle Mesolcina.djvu/174

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tente alla teste di: cento cinquanta uomini armati in Santa Maria, da dove, finite le funzioni antemeridiane di quella solennità, e già convenuto cogli altri suoi complici, obbligò quei due Missionari ad abbandonar entro la giornata la casa parrocchiale e la Cura senza che le intimorite persone dei partito contrario si fossero opposte a tale violenzà.

Nel susseguente giorno la maggior parte di quegli armati condotti dal loro Capo costrinsero similmente i Missionari di Rossa e di Santa Domenica a partirsi dalle loro Cure. In quest’ultima Comune all’atto che quei religiosi se ne andavno, insorsero forti lamenti contro simili subitanei usati rigori, che occasionarono fra il debole partito delle Missioni e gli armati dispute gravi, nelle quali una donna rimase uccisa; ma gli esecutori ebbero la vittoria.

Incoraggiato dal desiderato esito dell’impresa del suo collega Giovanelli, Pietro Bono reggente Ministrale di Roveredo si impegnò di rimandare similmente sotto l'istesso fine i Missionari dalla sua Giurisdizione, facendo a tal scopo riunire un buon numero d'armati suoi aderenti, i quali sotto la direzione del magistrale Tenente Serri si portarono all'improvviso nel giorno 24 agosto in Cama per espellere quei due Missionari curati, ciocchè seguì senza il minimo impedimento da parte di quella inerme popolazione.