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il luogo delle loro riunioni generali, parte di Roveredo, e Lumino; indi aumentata la popolazione, li abitanti si videro costretti di fabbricarsi altre abitazioni, le quali in seguito formarono il restante dei diversi paesi vallerani che esistono presentamente, e dovettero necessariamente occuparsi nell’agricoltura che sin allora era stata negletta, col coltivare tutti quei luoghi che la situazione permetteva, e dei quali per l’addietro non si avea avuta cura alcuna.
Verso quell’epoca si costrussero due altri Tempii, uno ove esiste la chiesa di s. Pietro in Mesocco, e l’altro si pretende che fosse nella campagna di s. Vittore sul luogo ove presentemente di vede Santa Croce.
Nelle vicinanze di Camponium1, situazione ove esisteva l’antico Roveredo, erasi pure verso quei tempi costrutta una piazza chiamata Caldana per servire di riunione alla vallerana gioventù nell’esercizio dei suoi differenti giuochi di corpo e di mano.
Lo stabilimento dei Romani nella Valle fu pur origine che vi si introducesse la lingua latina, che si fece poi comune allorchè la Mesolcina si trovava sotto il loro dominio, giacchè essi la vollero praticata in tutti i paesi a loro soggetti.