Pagina:Condivi - Vita di Michelagnolo Buonarroti, 1553 (B).djvu/55

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paríſce ín aría íl magno Iddío, ſímílmente con agnolí, et remíra al acque, comandando loro che produchíno tutte quelle ſpetíe d’anímalí, che tal elemento nutríſce, non altrímentí che nel ſecondo comandó alla terra. Nel quarto è la creatíone del huomo, doue ſí vede Iddío col braccío et colla mano díſteſa, dar quaſí í precettí ad Adamo, dí quelche far debbe et non fare, et col’altro braccío, racoglíe í ſuoí agnolíní. Nel quínto è, quando della coſta d’Adamo ne trahe la donna, laquale ſù uenendo á maní gíunte, et ſporte verſo Iddío, ínchínataſí con dolce atto, par che lo ríngratíe, et che eglí leí benedíca. Nel ſeſto e' quando íl Demonío, dal mezzo ín ſù ín forma humana, et nel reſto dí ſerpente, con le gambe trasformate ín code, s’auuolge íntorno à vn’albero, et facendo ſembíante, che col’huomo ragíoní, lo índuce a far contra íl ſuo creatore, et porge alla donna íl víeatato pomo. Et nel’altra parte del vano, ſí vedano ambídue ſcaccíatí dal’Agnolo, ſpauentatí et dolentí, fuggírſí dalla faccía de Iddío. Nel ſettímo é íl ſacraficío dí Abel et dí Caín, quello grato et accettto à Dío, queſto odíoſo & reprobato. Nel ottauo è íl díluuío doue ſí puo' vedere l’Archa dí Noe da lunge, ín mezzo del’acque, et alcuní, che per ſuo


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