Pagina:Confessioni d'un scettico.djvu/145

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lettera xxv. 141

La verità non si conquista per collocarla di sotto al moggio ma per dispensarla a que’ sciagurati che non la conoscono ancora. Quanta ingiustizia smezzare l’umanità in due parti l’una delle quali sia destinata a sapere tutto, l’altra a non sapere nulla! Noi concediamo pietosamente al volgo una religione qualunque come un giogo gettatogli sul collo, in nome di Dio, a ciò non si sollevi ad interrogare le cose; gli concediamo un premio nel cielo come uno scherno ai patimenti ineffabili della terra; gli facciamo aspettare una corona di gloria sui troni fantastici del regno di Dio, lasciandolo seminudo e spregiato alle soglie impenitenti degli Epuloni!

Apriamogli gli occhi sì ch’ei conosca il vero, ed ei troverà la salute ben meglio che nelle demenze ascetiche d’una fede che lo sposta dall’orbita propria, gli tronca i nervi dello spirito, lo anneghitisce sotto la verga papale. È un mondo sepolto che aspetta da noi la redenzione scientifica. Allarghiamo