Pagina:Confessioni d'un scettico.djvu/148

Da Wikisource.
144 confessioni d’un scettico

vivi? sai tu le rovine accumulate per le vie dell’universo? che siamo noi se non un avanzo di mondi perduti? non si rechiamo nei nostri organi stessi le testimonianze dei disastri patiti dalla natura prima d’arrivare alla nostra fauna, che ci pare la corona dell’universo mentre non è che il transito breve ad altre faune migliori e destinate, pur esse, a trasmutarsi nella circolazione della materia?

Nelle più alte cime dell’evoluzione storica in cui la natura si fa vera tu hai l’euritmia dilettosa delle attività serene che la specchiano nell’ideale; ma di sotto a quel paradiso olimpico tu hai la guerra degli esseri che si conquistano un’ora di vita attraverso i pericoli dell’accidente. Il maggior numero dei semi non impregna le flore e le faune ma si disperde su tutte le vie dello spazio; per ogni parto che saluta la luce tu hai un’ecatombe di aborti che muoiono in cuna. Nessuno dei nostri organi ci si scocca maturo e pieno d’attività si-