Pagina:Confessioni d'un scettico.djvu/47

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lettera viii. 43

vie della ragione mi cadde abbattuta come da subito colpo; io giacqui lungamente oppresso e come attonito della mia propria scoperta. Quella religione davanti alla quale s’era inchinata la mia mente come davanti ad un verbo infallibile, mi si mostrò niente più che un fenomeno della storia; quel Dio che adorai tanto non mi parve che l’eco della mia coscienza, ed io contemplava per l’ultima volta il crepuscolo d’un mondo che moriva per sempre.

Guardai quel crocefisso a piè del quale mia madre mi conduceva la sera ad inginocchiarmi ed a pregare insieme, e provai una tenerezza amara, un pentimento per doverlo abbandonare sì presto, uno strazio di memorie che mi s’affollavano intorno; mi chiusi il volto fra le mani, e stetti così muto ed impietrato in un dolore che non ha nome.

Oh! credi fa d’uopo che sia ben forte l’efficacia del vero se può dividerci da tante speranze, fortificarci nella battaglia d’un