Pagina:Considerazioni sulla importanza militare e commerciale della ferrovia direttissima Bologna-Firenze.djvu/64

Da Wikisource.

— 58 —

Devesi però osservare che, in seguito a recenti studi, l’ing. Zannoni ritiene possibile anche sul versante bolognese lo sviluppo della linea colla pendenza massima del 12 per mille, accrescendone la lunghezza di soli M. 2700; e così la Direttissima per la Futa verrebbe a svolgersi nelle condizioni di pendenza e di sviluppo supposte nei precedenti capitoli; cioè col limite del 12 per mille nelle pendenze; di M. 400 pel raggio delle curve; e di chilom. 100 per la lunghezza dell intera linea.

In quanto alla natura dei terreni attraversati dalla variante per la Futa, basterà osservare che essa valica l’Appennino nella località indicata dallo Stephenson per la linea d’Imola, che egli preferiva alla Porrettana ed alla Faentina.

§ VII. Variante bassa per Citerna. — Ci rimane a parlare delle varianti per Citerna alla linea Protche distinte coi nomi di Variante bassa e Variante alta per la diversa elevazione del punto culminante.

La Variante bassa (chilom. 39-56. F E D, flg. 12 e 14) partendo dal termine del tronco sopra descritto, comune a tutte le varianti, procura sulla sinistra della Stura l’orizzontale occorrente per la stazione di Casaglia; poscia varcato il torrente, s’introduce in galleria sotto il monte Citerna, salendo col 5 per mille fino al punto culminante (E) posto a M. 412 sul mare in corrispondenza al pozzo di Castagnolo. Quivi incomincia la discesa dell’8 per mille fino a raggiungere il tracciato Protche, presso il Mulino Cà d’Onofrio nella val di Setta, in corrispondenza all’imbocco della grande galleria di Montepiano posto a M. 320 sul mare.

La Galleria Bassa di Citerna, che in tal modo si ottiene per la traversata dell’Appennino fra le valli della Stura e del Setta, risulta lunga M. 16,350, ossia più corta di M. 1430 della galleria di Montepiano prevista nel progetto Protche, ed è di gran lunga preferibile a questa per le migliori condizioni del profilo del terreno e per la disposizione delle livellette: (V. nella fig. 12 il profilo della galleria di Montepiano indicato con linee a tratti).

Per quanto si riferisce alle difficoltà che può presentare l’esecuzione della galleria, ed alla natura dei terreni attraversati, riferiamo le parole usate dal Comm. Protche, parlando della sua galleria di Montepiano, le quali sono applicabili anche a quella per Citerna. L’autore incominciando dalla prima tratta, a partire dal Mulino Cà d’Onofrio, scrive: «Non vi può essere dubbio quanto all’attuabilità di quel principio di galleria, perchè nelle sponde dei fossi che sboccano dalla parte Est del Setta, nei pressi del Molino di Cà d’Onofrio, si vedono, anche ad un livello molto superiore al fondo del fiume, traccie manifeste di stratificazione. Ben presto poi, avanzando verso Sud, la galleria si sarà abbassata a tale livello che non darà più nemmeno da pensare sulla stabilita dei terreni. Le filtrazioni poi non saranno da temere ad onta della vicinanza del Setta, perchè si potrà fare in modo da essere abbastanza lontani dal fiume, quando si giungerà a parità di livello col suo fondo, e perchè poscia la stessa profondità della galleria sotto l’indicato fondo sarà garanzia sufficiente. E si voglia di piu considerare la facilità di poter regolare preliminarmente ogni cosa nel modo più sicuro, coll’appoggio di opportuni scandagli trattati mediante pozzi di piccola sezione armati in legno.»

«La parte superiore dell’Appennino sarà certamente formata, come all’altro restante della linea Bologna-Pistoia, di strati di schisto compatto o di strati alternati di macigno e di schisto, e quei terreni non richiedono grossi rivestimenti di muratura e nemmeno arco rovescio.»