Pagina:Considerazioni sulla importanza militare e commerciale della ferrovia direttissima Bologna-Firenze.djvu/68

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(M. 10,100 + 7,550 = M. 17,650), e la cui esecuzione, in ragione di tempo, di spesa e di difficoltà, non ammette confronto colla galleria di Montepiano, come non si può stabilire un parallelo fra le gallerie del Cenisio, del Gottardo e dell’Arlberg colle gallerie costruite nell’Appennino.

Inoltre dobbiamo osservare che l’immenso vantaggio indicato si ottiene per mezzo di una linea indipendente, che attraversa le più fertili e ricche contrade subappennine che vanti l’Italia, e che abbrevia sensibilmente rispetto alla linea Protche, il percorso Bologna-Firenze.

§ IX. Deduzioni. — Colle varianti indicate abbiamo eliminato i più gravi ostacoli che si presentavano all’attuazione della direttissima Bologna-Firenze; cioè la contropendenza dalla Sieve a Pratolino, che s’incontrava colla linea Zannoni, e la grande galleria di Montepiano, inseparabile dalla linea Protche.

Ora, nello stesso modo che l’ing. Zannoni non è alieno dall’accettare l'idea di venire a Firenze direttamente con una linea che permetta di sopprimere la contropendenza indicata, tantochè si occupò nuovamente della questione sotto tale aspetto; così dobbiamo ammettere che anche il comm. Protche non si sarebbe allontanato dal concetto semplice ed eminentemente strategico di una linea indipendente che avesse avuto il suo imbocco in val di Savena ed il suo sbocco in val di Mugnone, se, oltre all’Appennino principale, non avesse trovato sulla via altri due Appennini, l’uno fra Savena e Setta, l’altro fra la Sieve e Firenze.

Quando questi Appennini, come avviene colle proposte varianti, possano sparire senza lasciar traccie di sè nelle condizioni altimetriche della via; quando la galleria di Vado si riduca ad un nonnulla, e quelle di Citerna e Pratolino, sommate assieme, siano meno lunghe di quella di Montepiano, e molto ma molto meno costose; quando a chi non piacesse la via di Citerna si possa offrire quella della Futa, e lungo il percorso s’incontrino sempre le più fertili e ricche contrade Appenniniche; quando, in altre parole, la Direttissima non sia più che una ferrovia appenninica analoga alle altre in via di esecuzione, anzi con molte difficoltà di meno, e col vantaggio d’una potenzialità illimitata, di un’importanza militare e commerciale immensa; perchè non dobbiamo proclamarne ai quattro venti la necessità, anzi l’urgenza, e farla entrare trionfante in prima linea fra le altre pronte ad attuarsi?

§ X. Paralleli grafici. — A confermare maggiormente queste idee, per la parte riferentesi alle Varianti per Barberino, crediamo opportuno richiamare l’attenzione del lettore sopra le indicazioni grafiche riportate nella tavola allegata a questo scritto.

Dalla fig. 1 apparisce come tutte le principali traversate dell’Appennino in esercizio ed in costruzione siano vincolate a pendenze variabili dal 22 al 36 per mille, eccezione fatta per la succursale dei Giovi che, avendo la pendenza del 16 per mille, è pur sempre meno facile al transito e assai meno potente della Direttissima per Barberino.

Nella fig. 2 si osservano i profili delle linee Protche e Zannoni, e quelli delle relative varianti per Barberino disposti in modo da avere l’origine comune delle progressive sull’asse del fabbricato viaggiatori alla stazione di Firenze (Porta alla Croce). La maggior pendenza e la contropendenza che vincolano la Direttissima Zannoni, il maggior sviluppo ed il gran tunnel che accompagnano la Direttissima Protche, sono elementi d’inferiorità non dubbi rispetto alle varianti proposte.