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68 nietsche contro wagner

DOVE AMMIRO.


Credo che spesso gli artisti non sanno quel che possono far di meglio: son troppo vanitosi per questo. La loro attenzione è diretta verso qualcosa di più fiero che non sembrino essere quelle piccole piante che, nuove rare e belle, san crescere sul loro suolo come vera perfezione. Essi vantano superficialmente quel che v’ha di veramente buono nel loro giardino, nella loro vigna, e il loro amore non e del medesimo ordine della loro intelligenza. Ecco un musicista il quale, maggiore di tutti gli altri, è maestro nell’arte di trovare accenti per esprimere le sofferenze, le oppressore e le torture dell’anima, ed anche per dare un linguaggio alla desolazione muta. Egli non ha eguali per render la colorazione d’una fine d’autunno, la felicità indicibilmente toccante d’un’ultima gioia, veramente ultima e veramente breve; egli conosce un accento per quelle notti dell’anima, segrete ed inquietanti, ove causa ed effetto sembran disgiungersi, ove a ciascun istante qualcosa può sorgere dal «nulla». Meglio di qualsiasi altro egli attinge alle profondità dell’umana gioia e, in qualche modo, nella sua coppa già vuota, ove le gocce più amare finiscono per confondersi con le più dolci. Conosce