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Pagina:Copernico - Poemetto Astronomico.djvu/42

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(XLI.)


Che vuol regnar, e tutto aver soggetto,
875Sia legittimo scettro, o sia tirannide.
Di quel Dominio superbiti, e fieri
Gli Uomini, c’han su gli Animali bruti,
E su i Volanti, e su i Nuotanti, e sopra
I Rettili, e gl’Insetti, e sovra quanto
880D’erbe, di fior, di frutti il Suol produce,
E il monte, e il mare di metalli, e gemme,
Pretendon anco, che le Sfere, e i Cieli
Servano ad essi, e dian tributo e omaggio:
Perciò fan, che la Terra il centro sia
885Dell’universo, e ch’ivi gli Uomin fermi
Stian quai Monarchi, e Re nel trono assisi;
E che ogni giorno intorno a loro gli Astri
Volin con moto incomprensibil ratto,
E inchinin verso lor la luce, e i raggi,
890Come nelle rassegne innanzi ai Duci
E Generali le guerriere Squadre
Abbassan nel passar bandiere, ed aste.
Anzi si vantan, che i Pianeti a gara
Mandano ad essi le influenze in segno
895Di servitude, e vassallaggio umile,
E che solo a tal fin splendono in Cielo.
Ma se ciò fosse ver, Mosè che tanto


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