Pagina:Copernico - Poemetto Astronomico.djvu/50

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( XLIX. )


Annunziando del Diluvio il fine:
E volendo mostrar come in sì enorme
Piena di mari, di torrenti, e fiumi,
D’Uomini, e Bruti si salvò la Razza,
1070Cicalerian, che le Balene dentro
La sterminata bocca, e le caverne
Del ventre immenso gl’ingojaron vivi;
E ch’ivi dimorar lunga stagione
Crapulando, dormendo, esercitando
1075De gl’Imenei le cerimonie usate,
Fin che cessando il fiotto, e la burrasca
Uscir dalla prigion molle arenosa
Come a Giona successe, e al prode Orlando,
Quando salvò nell’isola d’Ebuda
1080Dall’Orca ingorda sul marino lido
La bella Olimpia esposta ignuda, e sola.
Ma in quel Paese l’impostura è vana,
E il Fenomeno a tutti è chiaro e noto;
Ora il mar copre il continente, ed ora
1085Dal continente si ritira il mare,
E tra l’acque egualmente, ed all’asciutto
Spirano quelle Genti aura vitale,
Nè il polmon si risente, o langue il fiato.
Co i Dei del mare, e con l’equoree Ninfe


g Mischia-