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capitolo xxviii. 195


ch’io v’insegni una casa dove se n’incaricheranno, e gli vorranno bene? (Vi consentirono).

12.  Così noi lo rendemmo a sua madre, affinchè i suoi occhi rattristati si consolassero, che non s’affliggesse più oltre, ed imparasse che le promesse di Dio sono immancabili. Ma la maggior parte degli uomini non lo sa.

13 Quando Mosè fu giunto all’età della maturità, e della forza, gli demmo la saviezza, e la scienza; così noi ricompensiamo gli uomini virtuosi.

14.  Un giorno egli entro nella città senza che fosse stato osservato, e vide due uomini alle prese fra loro; l’uno era della sua nazione, l’altro era suo nemico (egizio). Quel della sua nazione gli chiese aita contro colui della nazione nemica. Mosè lo percosse con un pugno, e l’uccise; ma (tornato in calma) disse: È un’opera di Satana; questi è un nemico che ci devia evidentemente.

15.  Signore, disse, ho agito male verso me stesso, perdonami. E Dio gli perdonò, poichè è indulgente e misericordioso.

16.  Signore, disse, poichè tu sei stato benefico per me, io non difenderò mai i colpevoli.

17.  L’indomani egli percorreva la città tremante, e guardando da ogni parte, quand’ecco l’uomo, cui avea recato ajuto la vigilia, chiamavalo gridando. Tu sei sicuramente un sedizioso, gli disse Mosè.

18.  E quando volle respingere colla forza il loro nemico comune, (il suo concittadino) gli disse: Vorrai uccidermi, come uccidesti jeri un altro? Vuoi dunque divenire tiranno in questo paese? Non vuoi, a quel che si vede, esser dei giusti?

19.  Un uomo accorso dall’estremità della città gli disse: O Mosè, i grandi deliberano di farti morire. Parti, te lo consiglio in amicizia.

20.  Mosè parti tutto tremante, e guardandosi intorno: Signore, gridò, liberami dalle mani dei malvagi.

21.  Si diresse dalla parte di Madian, e disse: Forse Dio mi dirigerà nella via retta.

22.  Giunto alla fontana di Madian, vi trovò una turba di persone che abbeveravano (i loro armenti).

23.  E da una parte vide due donne che allontanavano il loro armento. Che fate qui? domandò loro. Abbevereremo le nostre pecore, risposero, quando i pastori saranno partiti. Nostro padre è un vecchio rispettabile1.

24.  Mosè fece bere il loro armento2, ed essendosi ricoverato all’ombra gridò: Signore, io manco di questo bene che mi hai fatto quivi incontrare3.

25.  Una delle due figlie tornò a lui, ed avvicinandosi modestamente gli disse: Mio padre ti chiama per compensarti di averci abbeverato il nostro bestiame. Mosè vi andò, e gli racconto le sue avventure. Gli rispose (il vecchio): Non temer nulla, eccoti liberato da’ malvagi.

26.  Una delle figlie disse allora a suo padre: Padre mio! Prendi quest’uomo al tuo servizio, giacchè non potresti scegliere meglio che prendendo un uomo robusto, e fidato.

27.  Voglio darti in matrimonio (disse il vecchio) una delle mie due figlie che vedi, a condizione che mi servirai per otto anni. Se vorrai andare fino a dieci, sarà a tuo arbitrio. Non ostante non voglio importi alcuna cosa onerosa, e, se piace a Dio, mi troverai sempre ragionevole.

  1. Si può anche tradurre: nostro padre è un Cheikh, cioè un capo potente.
  2. Togliendo un’enorme pietra che cuopre ordinariamente le cisterne.
  3. Mosè accenna qui il desiderio che avrebbe di sposare una donna come quelle che avea vedute.