Pagina:Cordelia - Dopo le nozze, Milano, Treves, 1882.djvu/114

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100 severità e debolezza


loro la parola! — essa gli diceva — se continui così ti farai temere, ma non amare.

— Lascia fare a me — le rispondeva il colonnello — quando saranno adulti mi ringrazieranno, io non voglio che i miei figliuoli crescano come deboli femminucce.

Adele sospirava, ma non aveva coraggio d’insistere, e procurava colla sua dolcezza di far dimenticare ai figliuoli la severità del padre.

Così crescevano Gustavo e Camilla, due bei fanciulli sani e vigorosi, fra le carezze della mamma e i rimproveri del babbo.

Egli non lasciava passare la più piccola mancanza senza punirli, voleva che s’abituassero a tutto, al caldo, al freddo, al vento, alla pioggia, alle strade alpestri, senza mai lagnarsi. D’inverno li mandava senza mantello in giardino a giocare colla neve, d’estate non voleva che portassero mai ombrello e a Camilla proibiva di portare il ventaglio, quell’amico degli oziosi, come egli lo chiamava. Qualche volta li faceva arrampicare sulle montagne, e