Pagina:Cordelia - Il mio delitto, Milano, Treves, 1925.djvu/129

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versazione frivola e monotona, e il tavolino da gioco. Capisco, quello è almeno un porto di salvezza, un rifugio per quanti hanno qualche cosa da dimenticare: i vecchi, le gioie della gioventù; gli uomini d’affari, i fastidi della giornata. Intorno al tavolino da gioco non c’è bisogno di parlare, né d’aver dello spirito, il gioco é un modo pei ricchi di vuotare le tasche, e pei poveri una speranza di riempirle, è un’occupazione, è un divertimento, ci si può trovare l’obblio e delle emozioni; ma io ho la disgrazia che se prendo in mano le carte muoio dal sonno.

— Avrete anche ragione, ma una signora come voi ha dei doveri verso la società e non può privarla della sua presenza, poi a Manfredi piace quella vita, avete una figlia da condurvi un giorno o l’altro, e non sta bene a questo mondo far diversamente da quello che fanno gli altri.