Pagina:Cordelia - Il mio delitto, Milano, Treves, 1925.djvu/151

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cui ero decisa di andare sino in fondo, di scoprire la mia rivale e ingoiare fin l’ultima goccia del veleno che amareggiava la mia esistenza.

Un giorno vedo mio marito più allegro del solito, la mattina aveva ricevuto un vigliettino, l’avevo saputo dalla mia cameriera; durante la colazione chiacchiera ed è di buonissimo umore come non era più stato da molto tempo, è gentile e grazioso con me, affettuoso con Margherita; poi va nella sua camera ed esce tutto elegante e profumato, fa attaccare il cavallo al cupè e se ne va canterellando, allegro come un uccelletto.

Io soffrivo di quella sua allegria insolita, tanto più che nei giorni passati l’avevo veduto un po’ preoccupato, e gli chiesi dove andasse, ma ebbi la solita risposta: — Degli affari urgenti da sbrigare che non mi interessavano.