Pagina:Cordelia - Il mio delitto, Milano, Treves, 1925.djvu/172

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Dopo qualche minuto, che mi parve eterno, si fermò là davanti una carrozza di piazza; mi pare ancora di vederla, dipinta in verde cupo, col cavallo grigio, magro, segnata col numero 24.

Lo sportello s’aperse in fretta e ne scese una signora alta, snella, elegante, vestita di lana color turchino con un velo fitto intorno alla faccia, tanto che era impossibile vedere la sua fisonomia. Il mio cuore ebbe un sussulto e parve che mi dicesse:

— È lei.

La mia faccia dovette apparire quasi sconvolta, perché la signora Angiolina mi disse:

— Ma deve sentirsi proprio male; vuole che le mandi a prendere una carrozza?

— No, non è nulla, — diss’io; è il liquore che m’è andato alla testa. Se non vi dispiace, resterò qui tranquilla a riposarmi.