Pagina:Cordelia - Il mio delitto, Milano, Treves, 1925.djvu/19

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Quell’istante non lo dimenticherò mai, se vivessi cent’anni; non solo non avevo mai veduto piangere mio padre, ma non avrei mai creduto che fosse capace di versare una lagrima; dovea essere accaduto qualche cosa di molto grave perché un militare come lui, che non permetteva di piangere nemmeno ai bambini, singhiozzasse a quel modo.

Il suo, era un pianto convulso, a scatti, quasi feroce; piangevo anch’io senza saperne la ragione, e non osando chiederla. Sentivo ch’era avvenuto in casa uno di quei fatti terribili e senza rimedio, che spargono il lutto e la desolazione su tutto quello che ne circonda.

Ad un tratto annunciarono la visita d’un antico compagno d’armi di mio padre; egli mi pose in fretta per terra, ricompose con uno sforzo la faccia lagrimosa, si rizzò in piedi tutto d’un pezzo a ricevere l’amico, che