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— Andiamo! che fai? Dormi? Sono stanca. Ed io la seguivo come un automa lasciando in quelle sale la miglior parte di me stessa.
Eravamo a Venezia e fu la prima volta che vidi passare una nube sulla fronte della zia, quando sulla lista dei viaggiatori trovò il suo nome coll’aggiunta e figlia.
— Imbecilli, — disse, — nipote non figlia, — e non ebbe pace finchè non fece correggere un errore che le sembrava enorme, eppure aveva vent’anni più di me e avrebbe potuto essere mia madre.
Pareva proprio che a Venezia si fossero dati la parola per farla stizzire, perchè i venditori le offrivano degli oggetti per sua figlia, i gondolieri la gondola per mostrare a sua figlia la città, insomma era una noia anche per me mentre ciò la teneva di cattivo umore.
— Non capite che non è mia figlia? —