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182 | piccoli eroi |
Ritornando a casa, non si fece che parlare della festa. Elisa era fuori di sè, e invidiava Elvira destinata ad una vita così ricca ed elegante. Carlo avrebbe avuto una gran voglia del velocipede di Alberto, e Vittorio diceva di volersi fabbricare una macchinetta fotografica; il professore gli avea spiegato tanto bene come era fatta, che sperava di riuscirvi.
Anche Mario e Giannina erano allegri, e pensavano di andar spesso in casa Guerini; ma Maria non sembra pensarla così, osservando che la vita non è una continua festa, che bisogna studiare e lavorare, e che per quest’anno non avrebbe accettato un altro simile invito.
Poi voleva persuadere Elisa che i signori Guerini, con tutte le loro ricchezze, dovevano aver molte brighe; intanto tutto il da fare che si erano presi per divertire quella gente, poi quell’essere sempre in giro, od aver sempre degli ospiti, doveva esser una vita faticosa, che non lasciava tempo all’intimità ed al raccoglimento.
A me pare che abbia tutte le ragioni, e che facendo una vita a quel modo, non ci sia nemmeno tempo di volersi bene, e di scambiare le proprie idee colle persone care.
Ti confesso però che mi sono divertita molto, appunto perchè non avevo mai assistito ad una festa simile; ma se ciò si ripetesse spesso, mi