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stare di più fuori di casa, e per diventare più vanerella.

Carmela s’era rassegnata anch’essa a tenere Graziella come un essere privilegiato, e l’ammirava continuamente; si divertiva anzi ad ornarla come una bambola, ed a vederla farsi più bella, dopo aver indossato la veste nuova che aveva aiutato a cucirle, rubando delle ore al sonno.

Graziella era una piccola egoista, non amava che sè stessa. Accarezzava Carmela quando aveva bisogno del suo aiuto; la mamma, perchè la conducesse ai divertimenti; il babbo, quando voleva che le desse quattrini per comperare dei fronzoli; e godeva la vita senza pensieri, passando lunghe ore fuori di casa, assieme alla madre, non curandosi nè di Giovanni, che lavorava come un cane, nè di Carmela, che si preoccupava di preparare loro la minestra, e porre in ordine la casa.

Un giorno Anna e Graziella si spaven-