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28 piccoli eroi


— Ebbene, tanto meglio, se non le incomoda siamo pronti.

E s’avviarono tutti insieme parlando della stagione, della campagna e dello zio, che don Vincenzo nominava sempre con vero rincrescimento.

— Crede, — diceva, — che dopo la sua morte mi pare quasi di non viver più nemmeno io? Ci siamo conosciuti giovani, alle barricate di porta Vittoria nelle Cinque Giornate; sono momenti dei quali non ci si dimentica, e poi siamo stati sempre amici, tanto ch’egli è venuto ad abitar qui per me, e ci si divertiva a stare assieme la sera ricordando il tempo passato; le ore trascorrevano in un lampo; penso sempre a quelle belle serate.

— Venga ora che ci siamo noi a raccontarci di quel tempo, sarà tanto utile anche per i ragazzi.

— Ecco il professore, — disse don Vincenzo accennando ad un giovane che veniva verso di loro, assorto nella lettura del giornale che era arrivato in quel momento, e seguito da un bel cane.

— Signor Damiati? signor Damiati? — chiamò il curato. — Deve aver trovato delle notizie molto interessanti in quel giornale, che non alza nemmeno gli occhi per salutarmi.

— Davo una scorsa alle novità del giorno,