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in pellegrinaggio a psuthos 133

bersaglieri d’Italia dalle belle piume, vendicatori dei cavalieri dopo quattro secoli. Gloria a voi per questo inno dell’anima che prorompe dalla pietà! Io rimanevo dinanzi a quell’angolo nel quale giacete, e mi pareva ben solitario, non ostante i segni di gratitudine del popolo liberato. Quell’angolo mi appariva più sacro del suolo stesso della patria, più sacro del suolo stesso del vostro paese natio, perchè in uno otto ne accoglieva, ma pensavo che nessuno di noi aveva pronunziato il nome del paesello che vi ospita sotto terra, prima della vostra morte. Io ed i miei compagni di pellegrinaggio non potevamo più distaccarci da voi, perchè non ostante tutto, vedevamo la vostra solitudine e il vostro abbandono. Ma ad un tratto risentii la virtù d’elevazione che emana da voi, primi della marcia italiana, primi del combattimento italiano nell’isola di Rodi.

Pernottammo a Psithos accolti dal capitano Rigoni che comanda il presidio. Psithos è un villaggetto dalle 300 alle 500 anime, caprai e contadini grami che fanno un po’ di grano e miele. È già il villaggetto di montagna con l’aria, l’acqua, la pietra di montagna e con un aspetto tanto più rustico e misero di Aphandos, quanto Aphandos di Koskino.

La mattina dopo ripartimmo per Rodi,