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il generale giovanni ameglio 181

delle Due Palme. C’è qualcosa che se restasse, più dell’opera d’arte stessa potrebbe essere lo specchio dell’artista, ed è la commozione da cui l’opera nacque; e così dall’ardore dei soldati che raccontano, si misura quanta forza dinamica seppe sprigionare da sè il generale che non li mandò, ma li portò contro il nemico. Generali simili sono di natura artistica; fanno la guerra d’istinto e per intuizione, e l’azione guerresca è loro organica come la circolazione del sangue e il pensare.

Dinanzi a Kalitea, avanti dello sbarco l’Ameglio si doleva con i suoi vicini di essere capo supremo della spedizione e di non potere perciò scendere a terra tra i primi. Quelli scesero, dopo averlo salutato devotamente, ma passato qualche momento, se lo ritrovarono accanto. E più volte durante la battaglia di Psithos si dovette avvertire che essendo capo supremo non avrebbe dovuto occupare il punto che occupava sotto il tiro degli shrapnells nemici; ma fu invano; perchè l’Ameglio non può non essere dove c’è fuoco, perchè la battaglia gli è organica, non può, quando avviene, accadere lontano, fuori di lui: soldato, è trascinato dove egli trascina i soldati.

Data questa sua comunione con la guerra, ne trae regole semplici, pratiche, piene del

•Corradini, Nuovo impero. 16