Pagina:Corradini - Sopra le vie del nuovo impero, 1912.djvu/87

Da Wikisource.

la sciabola e non il codice 65

bile che mi è apparso dopo; l’imponderabile della reggenza. Non si può ponderare l’imponderabile. E l’imponderabile è qui, come dicevamo, il capriccio, l’arbitrio, l’incoerenza, l’improvvisata, quel qualcosa di extralege e di sud-americanamente squilibrato e disordinato che si respira in questa minima Buenos-Aires, sbocco, anch’essa, agro-pecuario d’una minima Argentina affricana in cui si giocucchia da mane a sera per i caffè e si beve l’assenzio verde dei boulevards parigini e marsigliesi. L’imponderabile sta su tutti, francesi, arabi e italiani, dominatori, indigeni ed emigranti: su tutti e tre i popoli e il loro dramma etnico. Sta, appunto, come sul dramma la farsa.

Una cosa son contento d’aver visto giusto: che la levata degli arabi contro gli italiani e il boicottaggio celavano un principio di riscossa contro il dominio francese. Anche troppo presto i Giovani Tunisini si son fatti prendere nel giuoco doppio.

E dopo ciò continuerà a Tunisi la politica d’associazione franco-araba? Chi può sapere che cosa si continuerà a fare qui? Non si pondera, ripeto, l’imponderabile.

La politica d’associazione che si crede nata a Tunisi in questi ultimi anni, nacque invece in Algeria, o meglio a Parigi in un senatus-consulto del 1863. Il primo arabofilo Corradini, Nuovo impero.