Pagina:Così parlò Zarathustra (1915, Fratelli Bocca Editori).djvu/154

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della felicità involontaria 155


Ma io era avvinto dalle catene dell’amore per i miei figli!

Il desiderio mi aveva teso quella rete: un desiderio di amore — perch’io divenissi la preda de’ miei figli e perissi in mezzo a loro.

Desiderare — per me significa aver già perduto sè stesso. Io possiedo voi, miei figli! In questo possesso è sicurezza, non desiderio.

Ma il sole del mio amore mi riscaldava: nel proprio grasso Zarathustra maturava a fuoco lento. — Allora ombre e dubbi mi assalirono.

Già io provava il desiderio del gelo e dell’inverno: «Oh, se il gelo e l’inverno potessero farmi scricchiolare un’altra volta!». Così gemetti: — E nebbie ghiacciate sorsero in me.

Il mio passato infranse i suoi sepolcri, e più d’un dolore sepolto vivo risorse: — egli non aveva fatto che dormire quanto gli bisognava, nascosto nel funereo lenzuolo.

Sicchè ogni cosa col mezzo di segni mi incitava: «È tempo!». Ma io non udivo: finalmente il mio abisso si agitò e il mio pensiero si mosse.

Oh, simile ad un abisso sei tu, mio pensiero. Quando avrò la forza di sentirti scavare senza provar terrore?

Sino alla gola sento palpitarmi il cuore, quando ti sento scavare! Lo stesso tuo silenzio sembra voglia soffocarmi, o tu taciturno come un abisso!

Mai ancora ho ardito invitarti a salire sino a me: — m’era già peso bastante il doverti portar meco! Ancora non era forte tanto da sfidare lo spirito insolente e capriccioso del leone.

Troppo orrore sempre m’inspirò la tua pesantezza: ma un giorno io ritroverò ancora la forza e la voce leonina che ti farà salire sino a me!

E quando avrò superato questo, voglio superare anche cose maggiori; e una vittoria sarà il suggello della mia perfezione!

Frattanto navigo per mari incerti; il pericolo mi lusinga, con la sua voce carezzante; io guardo dinanzi e dietro a me — e ancor non veggo la fine.

Ancor non è giunta per me l’ora della battaglia estrema — o forse sta per giungere adesso? In vero, con bellezza insidiosa il mare e la vita mi guardano da torno!