Pagina:Così parlò Zarathustra (1915, Fratelli Bocca Editori).djvu/168

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di ciò ch’è passeggiero 169


Non senti tu, che qui lo spirito diviene un giuoco di parole? Egli vomita una stomachevole loquacità! — E con codesta liscivia essi fabbricano gazzette.

Essi s’aizzano l’un l’altro e non sanno contro che cosa!

Essi si riscaldano a vicenda e non sanno per che cosa! Essi fanno romore con le lor foglie di stagno: fanno tintinnire il loro oro.

Sono freddi e cercano calore nell’acquavite; sono riscaldati e cercano la frescura presso gli spiriti gelidi; sono tutti tisici e gelosi della pubblica opinione.

Tutti i piaceri e i vizi hanno qui eletta lor stanza; ma di virtuosi ce n’è anche qui; ci son molte virtù officiali che si prestano a ogni servizio.

Molte virtù dalle servizievoli dita, pazienti nello star sedute e nell’attendere, con piccole stelle appiccicate al petto e con figlie magre e imbottite.

E anche v’ha qui molta pietà e molta credula adulazione, una fabbrica d’adulazione dinanzi al dio degli eserciti.

«Dall’alto» l’astro lascia cader gocciole e saliva piene di grazie; verso l’alto aspira ogni petto gemmato di stelle.

La luna ha la sua corte, e la corte ha i suoi tumori: ma il popolo adora tutto ciò che proviene dalla corte e tutte le virtù che san medicare astutamente.

«Io servo, tu servi, noi serviamo» — tale la preghiera che la virtù servizievole innalza al principe: affinchè la ben meritata stella si appiccichi finalmente all’esile petto!

Ma la luna gira attorno alla terra: e così anche il principe si volge intorno a ciò che più è terrestre: all’oro dei mercanti.

Il dio degli eserciti non è il dio delle verghe d’oro: il principe propone, ma il mercante dispone!

Per tutto ciò che in te è chiaro e forte e buono, o Zarathustra, sputa su questa città di mercanti e allontanati da essa.

Qui il sangue stagna putrido e bavoso in tutte le vene: sputa, Zarathustra, su la grande città, su la pudrida cloaca dove conviene ogni feccia!

Sputa su la città delle anime flaccide e dei tisici petti, degli occhi aguzzi, delle dita vischiose.