Pagina:Così parlò Zarathustra (1915, Fratelli Bocca Editori).djvu/176

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il ritorno 177


Ma laggiù — tutti parlano, e nessuno ascolta. Si gridi la propria sapienza a suon di campane: i merciai della fiera ne vinceranno il fragore col tintinnio delle lor monete!

Tutti parlano, ma nessuno sa più comprendere. Tutto cade nell’acqua, ma nulla nei pozzi profondi.

Tutti cianciugliano, ma nessuna cosa giunge a compimento. Tutti chiocciano, ma chi s’accontenta al suo nido?

Tutti parlano, ma di tutto parlano male. E ciò che un giorno era ancor troppo acerbo per il tempo e per il dente dell’uomo pende tarlato e rosicchiato ora dalla bocca dei moderni.

Tutti parlano: ogni più intima cosa si disvela. E quello che una volta era mistero e segreto delle anime profonde, oggi appartiene ai trombettieri della pubblica vita.

Oh specie umana, quanto sei singolare! Tu strepiti per le vie oscure! Ora sei di nuovo dietro a me: il più grande pericolo è superato.

Nell’indulgenza e nella compassione si celò sempre il più gran pericolo; ogni essere umano vuole indulgenza e compassione.

Con verità nascoste, con folli mani e con cuore ricco delle piccole menzogne della pietà io sempre vissi tra gli uomini.

Io sedetti travestito in mezzo a loro, pronto a rinnegare me stesso per poter tollerare gli altri, volentieri persuaso di non conoscere gli uomini.

Ma quando si vive tra gli uomini s’impara a sprezzar l’uomo: troppo in tutti abbonda il superficiale — a che giovano dunque gli occhi che vedono lontano, che cercano ciò che è profondo?

E quando m’ebbero disconosciuto, io usai verso di loro maggior indulgenza che verso me stesso; avvezzo com’era alla durezza contro me stesso, e a vendicarmi talora con me della mia indulgenza.

Tutto punzecchiato dalle mosche velenose, corroso come una pietra dalle innumerevoli goccie della malvagità, tale io sedeva tra loro e cercava di persuadermi che ciò che è piccolo non aveva colpa della propria piccolezza!

Sopra tutto in coloro che si chiamano i «buoni», io trovai acre il veleno: essi mi pungevano ingenuamente, e ingenuamente mentivano: come potevano esser giusti verso di me?