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Pagina:Così parlò Zarathustra (1915, Fratelli Bocca Editori).djvu/191

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192 così parlò zarathustra — parte terza


Essi cedono, i buoni; s’arrendono: il cuore segue il loro labbro; l’anima loro obedisce: ma chi obedisce non ode sè stesso!

Tutto ciò che i buoni chiamano il male deve fondersi insieme, perchè ne nasca una verità: o miei fratelli, siete voi cattivi quanto vi bisogna per una tale verità?

La temerità avventurosa, la lunga diffidenza, la crudele negazione, la noia, il tagliare nelle carni vive, oh come raramente tutte queste cose convengono insieme! Ma da codesto seme nasce la verità.

Vicino alla cattiva coscienza crebbe finora tutta la scienza! Spezzate, spezzate, o voi che possedete la conoscenza, le vecchie tavole!

8.

Se l’acqua s’infrange contro a travi, se ponti e sentieri varcano i fiumi e conducono oltre, perchè si dovrà credere a chi dice: «Tutto segue la corrente!».

Anche gli stolti ne dubiteranno. «E come? chiederanno essi, ogni cosa segue la corrente? Ma se i travi e i ponti sono sopra e oltre la corrente!».

«Sopra e oltre la corrente tutto è saldo; tutti i valori delle cose, i ponti, i concetti, tutto il male e tutto il bene, tutto ciò è stabile!».

Poi, quando giunge l’inverno, il domatore della corrente, anche i più scaltri si fanno diffidenti, e allora non gli stolti soltanto chiedono a sè stessi: «Dovrebbe forse ogni cosa star ferma?».

«In fondo tutto sta fermo», ecco una vera massima invernale, una buona cosa per tempi infecondi e un buon conforto per gli assonnati e per quelli che amano star rincantucciati dietro la stufa.

«In fondo tutto è fermo», ma hanno fatto il conto senza il vento.

Il vento che dissolve il gelo — un toro — non di quelli che arano — bensì un toro furioso, distruggitore, che con le valide corna spezza il ghiaccio! Ma il ghiaccio schiude le vie!