Pagina:Così parlò Zarathustra (1915, Fratelli Bocca Editori).djvu/278

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dell'uomo superiore 279


Ma chi vuol essere il primogenito badi che non divenga l’ultimogenito! Non dovete voler apparir puri in ciò che formò i vizi dei vostri padri!

Chi è nato da padre ch’era incline alle donne, ai vini generosi e ai cinghiali, come mai potrebbe pretendere d’esser casto?

Sarebbe una follia! È già molto per costui, se s’accontenta d’esser il marito d’una o di due o di tre donne.

E quand’anco fondasse monasteri e facesse incidere sulle porte: «questa è la via della santità», — io gli direi: ma perchè far ciò? questa è una nuova follia!

Egli costridrebbe a sè stesso un rifugio e una prigione. Buon pro gli faccia. Ma non per questo io gli crederei.

Nella solitudine s’afforza ogni cosa: anche l’interna bestia. E per questo appunto a molti è bene sconsigliare la solitudine.

La terra ebbe finora alcunchè di più sudicio d’un santo del deserto? Intorno a costui si scapricciava non soltanto il demonio, ma anche il maiale.


14.

Paurosi, vergognosi, inetti, simili alla tigre cui fallì il salto, io vi vidi talora strisciare all’ombra del muro. Il gioco v’era fallito.

Ma, a voi giuocatori di dadi, che importa di ciò? Voi non imparaste a giocare e a schernire come si conviene! Forse non stiamo noi tutti sempre seduti intorno a una tavola dove si schernisce e si gioca?

E se le grandi cose vi fallirono, dovete forse inferirne che ancor voi avete errato? E quand’anco voi aveste errato, è forse detto con ciò che debba esser riuscito a male anche l’uomo? Ma sia pure riuscito a male anche l’uomo: e che perciò? Su via!


15.

Quanto la specie è più elevata, tanto più è difficile ch’ella riesca a bene. Voi uomini superiori, che qui vi trovate, non siete forse tutti andati a male?