Pagina:Così parlò Zarathustra (1915, Fratelli Bocca Editori).djvu/294

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il risveglio 295


Amen! E lode e onore e sapienza e riconoscenza e pregio e forza al nostro Dio, in eterno!

— E l’asino intuonò il suo I-A.

Egli porta il nostro peso, egli veste le spoglie dello schiavo, egli è paziente di cuore e non dice mai no; e chi ama il suo Dio deve castigarlo.

— E l’asino ripetè il suo I-A.

Egli non parla, se non in quanto dice sempre sì al mondo ch’egli creò: così egli esalta il suo mondo. La sua astuzia consiste nel non parlare: in tal modo ben di rado gli si può dar torto.

— E l’asino ripetè il suo I-A.

Senza pompa egli passa nel mondo. Il suo colore preferito è il grigio, e in esso avvolge la sua virtù: se ha spirito, lo nasconde: ma tutti credono alle sue orecchie lunghe.

— E l’asino ripetè il suo I-A.

Quanta saggezza ei ripone nelle sue lunghe orecchie e nel suo dir sempre sì e mai no! Non ha egli forse creato il mondo a sua imagine, cioè quanto gli fu possibile più sciocco?

— E l’asino ripetè il suo I-A.

Tu vai per i sentieri diritti e per le vie torte, e poco t’importa ciò che agli uomini sembri diritto e ciò che storto. Di là dal bene e dal male è il tuo regno. La tua innocenza è nell’ignorare che cosa l’innocenza si sia.

— E l’asino ripetè il suo I-A.

Tu non respingi da te nessuno; nè i re, nè i pezzenti. Tu chiami a te i pargoli, e se i ragazzacci ti stuzzicano, tu rispondi col tuo semplice I-A.

— E l’asino ripetè il suo I-A.

Tu vai pazzo per le asine e per i fichi freschi, nè, quanto al cibo, sei schizzinoso. Un cardo ti fa palpitare il cuore, quando senti appetito. In ciò si rivela la saggezza di un Dio.

— E l’asino ripetè il suo I-A.