Pagina:Così parlò Zarathustra (1915, Fratelli Bocca Editori).djvu/58

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del cammino del creatore 59


È terribile il trovarsi soli col giudice e col vindice della legge propria. Non altrimenti un astro viene lanciato nello spazio deserto e nell’aura gelida della solitudine.

Oggi tu, che sei solo, soffri ancora per causa dei molti: oggi ancora possiedi interamente il tuo coraggio e le tue speranze.

Ma un giorno la tua solitudine ti peserà, il tuo orgoglio si curverà e il tuo coraggio digrignerà i denti. E allora tu griderai «io sono solo!».

Un giorno tu non vedrai più ciò che per te era alto, e vedrai troppo a te vicino invece quello che è basso; ciò che t’appariva sublime t’incuterà spavento al pari d’un fantasma. E allora griderai: «Tutto è menzogna».

V’hanno sentimenti che minacciano d’uccidere l’uomo solitario: se non riescono a ciò devono perire. Ora sapresti tu essere un assassino?

Conosci tu già, o mio fratello, la parola: «disprezzo?».

E conosci il tormento che prova la tua giustizia nel dover essere giusta con coloro che ti disprezzano?

Tu costringi molti a mutar d’avviso sul tuo conto: e di ciò ti fanno gran carico. Tu ti avvicinasti a loro e passasti oltre: essi non te lo perdoneranno giammai.

Tu li oltrepassi: ma quanto più vai salendo tanto più piccolo ti scorge l’occhio dell’invidia. Ma più di tutti è odiato colui che vola.

«E come potreste voi esser giusti con me?» tu devi dire. «Io ho scelto per mia parte la vostra ingiustizia».

Ingiustizia e lordure essi gettano sul solitario; ma, mio caro, se vuoi essere un astro non puoi far sì che tu non splenda anche per loro!

E guardati dai buoni e dai giusti!

Essi crocifiggono volentieri quelli che per sè inventano un proprio tipo di virtù: essi odiano il solitario.

Guardati anche dalla santa semplicità! Tutto le appar sacrilegio ciò che non è semplice: essa gioca anche volentieri col fuoco dei roghi.

E guardati anche dal soverchiar del tuo amore! Troppo è ratto il solitario a stendere la mano al primo in cui s’avvenga.