Pagina:Così parlò Zarathustra (1915, Fratelli Bocca Editori).djvu/86

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dei preti 87


Invero i loro redentori non vennero dalla libertà, nè dal settimo cielo della libertà! In verità, essi non mai camminarono sui tappeti della conoscenza!

Di lacune era formato lo spirito di quei redentori; ma in ogni lacuna essi avevano messa la loro follìa, il lor riempitivo che chiamavano Dio.

Nella loro compassione avevano annegato lo spirito; e quando eran gonfi e traboccavano di pietà, alla superficie galleggiava sempre una grande follia.

Con alte grida stimolavano il gregge a varcare il lor ponticello come se all’avvenire non conducesse che un solo ponte! Ma questi pastori eran pecore essi stessi!

Gli spiriti angusti e le anime superficiali li seguivano; ma, o miei fratelli, quale breve spazio abbracciavano quelle anime!

Essi segnavano col sangue il loro passaggio, e la loro follia insegnava che col sangue si deve mostrare la verità.

Ma il sangue è il peggior testimonio della verità; il sangue avvelena anche la più pura dottrina e la muta in follia, e desta l' odio dei cuori.

E se alcuno si getta nel fuoco per la sua dottrina — che cosa prova ciò? Invero è molto meglio che dal proprio incendio sorga la propria dottrina!

Dove cozzano il cuore caldo e la testa fredda, ivi irrompe la folgore: «il Redentore».

Ci furono uomini più grandi di coloro che il popolo chiama redentori; uragani che tutto travolsero seco!

E da uomini ben più grandi voi dovete esser redenti, o miei fratelli, se volete trovare il sentiero della libertà!

Non ancora sorse il Superuomo.

Ho veduto nudi l’uomo grande e l’uomo piccolo: troppo ancora essi si rassomigliano.

Invero, anche il grande — lo trovai ancora troppo «uomo!».

Così parlò Zarathustra.