Pagina:Cose lauretane.djvu/15

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buon naso in fatto di lettere, di critica, e di buon gusto, ma nessuno pensava che si trovassero nasi così squisiti in fatto di calcinacci.


LA STATUA DELLA VERGINE LAURETANA.


20. Tale è però la povera condizione degli uomini, che quelli stessi i quali godono acutissimo un senso, si trovano frequentemente deboli e infermi negli altri. Di ciò scorgiamo un lacrimevole esempio nel nostro Autore, in cui il senso della vista non corrisponde a quello dell’odorato. Ecco ciò che Egli scrive in proposito di questa Statua. La Statua è formata di un piccol rocchio di legno nero, il quale in forma di un herma, come usarono i Greci che portaron l’arte della scultura nella Giudea, offre la testa della Vergine avente il Bambino a sinistra, come si osserva in tutte le figure della Vergine, dipinte e scolpite dopo Nestorio.

21. Poco appresso, giustificando il Pittore del non avere effigiato sopra il tetto la Sacra Statua, tal quale si trova nella sua nicchia dentro la Santa Cappella, il nostro Autore si esprime così. Il Poeta e il Pittore vogliono libero il campo dell’ardimento, e la gloria dell’esattezza Storica cede sempre al gusto della Scuola, ed alla convenienza dell’Arte. Non era bello in pittura, figurare un’herma ricoperta da una veste a campana, senza merito di colorito in un volto nero, senza lusso di pieghe nei panni, e senza vaghezza di nudo nel Bambino. Indi aggiunge. Non ho veduto mai tavole, o dipinti antichi di buon pennello, che figurassero la Vergine Lauretana come si vede nella sua Statua prodigiosa, meno qualche tavoletta votiva, da mano plebea volgarmente condotta.

22. Dunque il Sig. Cavaliere ci assicura precisissimamente, che la Statua Lauretana è un HERMA, o sia un torso, o fittolo di legno nero, da cui sorgono solamente due teste. Nessuno poi ardirà di mettere in dubbio questa assertiva, perchè il Sig. Cavaliere, non scrisse sopra le altrui relazioni, ma venne personalmente a Loreto, dove, scrive Egli, il cuore veramente mi si aperse alle