Pagina:Costantino Beltrami.djvu/21

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dello d’un canotto da selvaggio che gli fece in Cipove, e frecce ed archi di varie qualità.1 Il canotto gli andò spezzato a bordo di un vapore in un urto, ma gli altri oggetti tutti furono da lui religiosamente serbati, e pur nel passato anno 1855 vennero donati dal di lui nipote ed erede Antonio Beltrami alla biblioteca di Bergamo, insieme ai di lui passaporti, a parecchi manoscritti ed a lettere autografe a lui di parecchi, fra quali distinguonsi Chateaubriand, Beniamino Constant, Lafitte, Lammennais, Appony.

I primi selvaggi che gli accadde vedere furono i Saukis già numerosi e potenti, quindi ridotti al solo numero di 4800 per strage che ne menarono altri selvaggi eccitati dagli Inglesi. Trovolli commisti coi cani, i più nati da lupi, con orsatti, ed anche con lontre, così famigliarmente da mangiare insieme sulla nuda terra. Di tutti i selvaggi poi rimasti lungo il Mississipì trovò più numerosi, potenti ed industri li Scioux, i quali ed i Cherokei hanno tipo che molto s’avvicina al classico europeo. Essi al modo di parecchi popoli dell’antico mondo venerano i serpenti non già perchè li credano numi benefici, ma perchè li temono, e sospettano che debbano loro essere molto più infesti se li perseguitano. Però ne danno la chiave di molte strane adorazioni dei popoli antichi, ai quali somigliano eziandio per lustrazioni e purificazioni, che

  1. La maggior parte di queste cose serbasi ora nella Biblioteca pubblica di Bergamo.