Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume II (1857).djvu/179

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capitolo primo 159


Queste sorprendenti preveggenze son esse l’opera del caso? In questa circostanza almeno, il caso e talmente ingegnoso nelle sue combinazioni, trascendente ne’ suoi calcoli, si allontana sì forte dall’accidentale, dall’impreveduto, da divenirne disconoscibile: che se è realmente lui, confessiamo che esso è molto mutato, nè somiglia più a sè medesimo.

I nemici di Colombo stupefatti dell’immunità che preservava i suoi beni e i suoi equipaggi, e vedendo in qual modo in una sola volta, era stato vendicato da’ suoi persecutori, attribuirono al suo magico potere quella terribile giornata1.

Quando ricordando la pietà religiosa di Colombo, ravviciniamo col pensiero le sue gigantesche fatiche, i suoi sacri diritti, le sue intenzioni così pure, all’attentato commesso contro di lui dalla ingratitudine, dalla ribellione, e memoriamo il mandatario di un potere ingannato, che strappa al suo governo, getta in prigione carico di catene, e trascina fuor dell’isola il messaggero della salute, sentiamo il cuore, d’accordo colla ragione, riconoscere in ciò una gran lezione data al mondo. Come la sapienza del Creatore si rivela nelle maraviglie delle sue opere, così l’eterno governo della Provvidenza diventa manifesto per noi in un tale atto. Pongasi mente all’evangelica generosità del consiglio di Colombo. Dopo il rifiuto duramente espresso di Ovando, l’Ammiraglio gli rimandò un messo, non che sperasse ricondurlo a migliori sentimenti verso di sè; ma per istornare da que’ suoi nemici il pericolo a cui esponevano lui medesimo, preservare la loro flotta da una imminente distruzione.

Pare. che, nella sua misericordia, la Provvidenza avesse procacciato ai colpevoli questo avvertimento come un’ultima prova della durezza del loro cuore.

Ma quegli uomini ingordi, e sopracarichi di ricchezze, erano impazienti di rivedere la patria; sospiravano l’ora di godersi

  1. “Por cuyo motivo podian culparle los que le aborrecian de que havia tramado aquella borrasca por arte magica, para vengarse de Bobadilla y de los demas enemigos suyos que iban en sù compaňia.” — Hernando Colon, Historia del Almirante don Cristóbal Colon, capit. lxxxviii.