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60 libro terzo

§ III.


Diffatti, secondo il misterioso annunzio dell’ausiliario divino, le cose mutarono incontanente aspetto. Prima che il giorno cadesse udì che si erano scoperte immense miniere d’oro. Lungi dal voler dividere la potestà con Ojeda, Roldano allora non pensò che a respingere dall’isola questo emolo pericoloso. La lotta fu viva fra’ due avversari, degni l’uno dell’altro per audacia, astuzia, e forza fisica. Finalmente, dopo una serie di strani e drammatici incidenti, Roldano costrinse Ojeda a risalire le sue caravelle.

La facilità che aveva avuto l’Ojeda di procacciarsi partigiani fra gli antichi ribellati, fece riflettere seriamente Roldano, e gli ispirò il desiderio di sostenere omai sinceramente l’autorità dell’Ammiraglio, donde traeva forza la sua.

Appena videro il gran-giudice assicurare l’esecuzione degli ordini dell’Ammiraglio, e adoperarsi al ristabilimento dell’ordine, i suoi antichi complici gli posero grandissimo odio.

In quel mentre un giovane idalgo, Fernando di Guevarra, cugino di Adriano di Mogica, ch’era stato uno dei capi di sezione nella ribellione di Roldano, venne a Xaragua per imbarcarsi sulle navi d’Ojeda, perchè l’Ammiraglio lo aveva bandito dall’isola a motivo dello scandalo che cagionavano a San Domingo i suoi depravati costumi. Ma, quando giunse, le caravelle del turbolento favorito di Fonseca erano già partite. Roldano gli permise di dimorare a Xaragua finchè l’Ammiraglio avesse deciso sulla sua sorte. Fernando di Guevarra, giovandosi della sua bella presenza e della sua eleganza, si era fatto ammettere alla corte della regina Anacoana, e osava aspirare alla mano di sua figlia, la giovane Higuenemota. Avendo saputo guadagnare le buone grazie della leggiadra principessa, ottenne da sua madre consenso di matrimonio, cui pareva volesse legittimare col sacramento della Chiesa. Ma sia che lo

    fide non haver paura, io sono.” — Fernando Colombo, Vita dell’Ammiraglio, cap. lxxxiv.