Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/148

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140 libro primo

stia. La sua assiduità al lavoro, i suoi sagaci divisamenti avevano aumentate le rendite della corona di oltre trenta milioni di marevedis: in mezzo agli splendori della Corte, continuava a menar la vita di un vero religioso: sotto un’estrema mansuetudine, ed una pietà sorridente. celava uno zelo guerresco per la gloria del Cattolicismo. Scevro da ogni ambizion personale, edificante cosi co’ suoi atti, come colle sue parole, egli possedeva intera la fiducia de’ Sovrani, e godeva anche a Corte fama di virtuoso, quasi di Santo.

Quanto conosciamo di lui non indica picciolezza d’idee. Ma, per quantunque dotto e pio che fosse il priore di Prado, egli non aveva alcuna nozione speciale delle matematiche, delle scienze naturali, e non poteva essere competente a sentenziare di cosmografia: giudicò sulle apparenze, e perciò dovette ingannarsi.

L’aspetto di quello Straniero, oscuro, vestito poveramente, venuto, non si sapeva come, in Ispagna, giunto alla Corte col solo appoggio del patronato conseguito per caso da un monaco confinato esso medesimo da lunga pezza sopra un solitario scoglio, non gl’ispirava un’idea molto vantaggiosa della sua persona, e perciò, altresì, del suo progetto: credette che il padre Juan Perez de Marchena fosse stato ingannato da un sognatore; onde lasciava che il suo protetto gittasse indarno il tempo per le scale, per gli atrii, per le sale d’aspetto, affine di esercitarlo alla pazienza, di stancarlo, e disgustarlo finalmente del mestiere di postulante: e così facendo credeva di rendere a lui stesso un buon servigio: quando poi per compassione consentiva riceverlo, il suo fare incredulo o distratto, avrebbe scoraggiato la perseveranza di Colombo, s’ei fosse stato manchevole della invisibile protezione che gli era largita.

Da questo si può giudicare se il priore di Prado, che si era fatto una regola di non mescolarsi di alcuna commendatizia, si sentisse disposto a parlare ai re in favore di quell’Italiano: sarebbesi creduto colpevole verso le loro Altezze, se le avesse distolte dalle loro occupazioni urgenti, anche pochi istanti, per ascoltare un avventuriere, che, avendo a mala pena un abito, veniva ad offerir loro dei regni. Colombo dovette, adunque,