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38 | introduzione |
ad un magnifico altare, tra ’l concorso de’ popoli della Liguria ed una moltitudine accorsa da ogni parte degli Stati Sardi, il venerabile arcivescovo di Genova, in cui la scienza e la pietà si congiungono col più generoso amor patrie, monsignor Addrea Charvaz in una magnifica allocuzione, modello di buon gusto letterario. disseminata di pensieri profondi, piena di grandezza cristiana, e dimostrante somma conoscenza dell’età nostra, dopo avere presentati all’immensa assemblea gli antichi titoli di gloria di Genova la superba, coronò questo fascio di splendide memorie coll’imagine di Cristoforo Colombo: e in quella ch’egli invocava le benedizioni del cielo su questo progresso dell’ industria la qual raccosta gli uomini e i continenti, l’illustre Arcivescovo richiamava la memoria del navigatore genovese, quel missionario del progresso, che primo tra tutti pianto nel Nuovo Mondo la Croce, simbolo immortale della salute e dell‘ incivilimento de’ popoli.
§ IV.
Così, dall’esordire del secolo decimonono, fin oltre la sua prima età, una serie ascendente di pubblicazioni, che si vanno moltiplicando a misura che ci allontaniam dall’epoca della scoperta, prova il profondo interesse desto dalla memoria di Colombo. Tale successione non interrotta di lavori e di testimonianze sul medesimo argomento, costanza di cui l’età nostra non offre altro esempio, fa manifesto come l’attenzione è tuttavia lungi dall’avere esaurito questo magnifico soggetto storico.
Ma questa persistenza della curiosità pubblica palese implicitamente un bisogno non soddisfatto, e indica una nuova aspettazione. Ed a buon dritto voglionsi nuove particolarità, ed altri schiarimenti: istinto dei popoli non s’inganna; imperocchè noi l’affermiamo, non ostante questi omaggi delle arti, queste fatiche degli eruditi, queste affermative degli storici, Cristoforo Colombo è a’ di nostri più mal conosciuto che non un secolo fa. Allora, almeno, lo s’ignorava, senza pretendere di conoscerlo a fondo: l’incertezza dell’opinione era cosa nota, e si sapeva di non sapere, o che si sapeva male; lo che riesce spesso