Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/178

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170 libro primo

Gesù Cristo, pel trionfo della Chiesa, per la prosperità de’suoi regni: le richiamò al pensiero il dolore che proverebbe se qualche altro monarca attuasse un tale disegno: le ricordò che la persona stessa di Colombo, la sua purezza, la sua fede, la sua scienza, la sua superiorità sui cosmografi che lo condannavano, meritavano credenza; con tanto maggior ragione, perch’egli non dimandava nulla prima di aver dato; premiato, se riuscente; e d’altronde non avventurava egli la sua vita e l’ottava parte delle spese? e ammettendo, eziandio, che non iscoprisse nulla, non ne conseguiterebbe perciò alcun biasimo alle loro Altezze; per lo contrario, tutto il Mondo saprebbe ad esse grado di aver tentato cosa, il cui riuscimento poteva essere tanto glorioso. lnsistette sull’obbligo morale che hanno i monarchi di ampliare il dominio delle scienze, di acquistare la conoscenza delle cose lontane, di penetrare, per quanto e possibile, ne’segreti di questo mondo.

Non che offendersi della vivezza e de’ consigli di Luiz de Santangel, Isabella, che ne pregiava i motivi, lo ringraziò della sua sincerità. In quella sopraggiunse Alonzo di Quintanilla, che riconosceva dalla propria virtù il fondamento del credito di cui godeva: associossi alle supplicazìoni di Santangel; e intanto, pochi passi discosto, nella cappella della Regina, il padre Juan Perez, prostrato dinanzi al tabernacolo, supplicava il Signore, pei meriti della Passione del suo divino Figliuolo, d’illuminare colla sua grazia, lo spirito d’Isabella: Dio l’esaudi.

improvvisamente la Regina si mutò affatto. Un movimento misterioso operavasi nell’anima sua; Dio le apriva l’intelletto. Gli occhi della sua mente si dischiusero; ella comprese interamente Colombo, e vide qual uomo le avesse mandato la Provvidenza. Allora, non ascoltando altro più che la voce interna, la qual parlava al suo cuore, ringraziò que’ due fedeli servi della loro insistenza e per la gloria di lei, e coll’accento di una risoluzione immutabile, dichiarò che accettava l’impresa per suo conto, qual regina di Castiglia; aggiunse che sarebbe, non pertanto, necessario differirla qualche tempo, a motivo della povertà del tesoro, conseguenza della guerra; che però se tal ritardo spiacea loro, ell’aveva le sue gioie, e le avrebbe messe in pegno per le occorrenze dell’armamento.