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capitolo sesto 173

erano costretti, in commutazione di ammenda, a fornire gratuitamente alla corona, per un anno, due caravelle armate e provvedute dei loro equipaggi, così fu loro ingiunto di doverle mettere, nello spazio di dieci giorni, agli ordini di Cristoforo Colombo: le merci e provigioni destinate a questo armamento furono esentuate da ogni diritto di fisco e di dogana; e venne dato ordine di sospendere ogni azione di giustizia a pro di quelli che farebbero parte della spedizione.

Il 12 maggio, avendo Colombo avuto la sua udienza di congedo, partì subito per Cordova, ove lo chiamavano alcune cure relative all’educazione de’ suoi figli. Probabilmente fu allora che un nipote germano di sua moglie, «onesto gentiluomo di Cordova» Diego de Arana, si determinò a tentare con lui lo spaventevole viaggio del mar tenebroso.

Pochi giorni appresso, Colombo arrivava a Palos.


§ IV.


Il padre Juan Perez de Marchena, che aveva aperto il suo convento allo straniero povero e sconosciuto, ricevette nelle sue braccia l’amico ricolmo d’onori, e pieno di speranza. Colombo diventò da capo l’ospite della Comunità di San Francesco: e, come si vedrà, l’assistenza del padre Guardiano non gli fu allora meno utile che ne’ primi giorni del suo arrivo alla Rabida.

ll mercoledì 23 maggio, prima di mezzodì, il padre Guardiano discese dal Convento con Colombo, e l’accompagnò alla chiesa parrocchiale di Palos, collocata sotto il patronato di san Giorgio. Quivi, in mezzo a quella popolazione di marinai, alla presenza de’ primi sindaci, Diego Rodriguez Prieto e Alvaro Alonzo Cosio, a richiesta di Cristoforo Colombo, sempre assistito dal francescano Juan Perez de Marchena, il notaio pubblico Francesco Hernandez fece solennemente lettura della lettera delle loro Altezze, la quale ingiungeva di consegnare a lui due caravelle armate e montate.

Quantunque il porto di Palos dovesse fornire a proprie spese gli uomini degli equipaggi, sotto pena di un’ammenda di dieci mila maravedis a profitto della Camera reale, pure i So-