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capitolo sesto 175

a que’ luoghi, si trovano «correnti d’acque oscure, e poca chiarezza nell’atmosfera.» L’incertezza e l’oscurità della scienza, intorno a quel mare, parevano giustificarne la paurosa denominazione. Nel mar tenebroso si davano di cozzo i torrenti pelasgici, e si aggiravano vortici in seno ai quali trastullavansi Behemoth, e il gran Leviatano, scortati da mostri subalterni.

Tutte le opere di geografia accreditavano la trista denominazione, poichè sulle carte de’ cosmografi si vedevano disegnate. intorno alle terribili parole mare tenebrosum, figure spaventevoli, a petto delle quali i ciclopi, i lestrigoni, i grifoni, gli ippocentauri non avevano che benigne fisonomie. I geografi arabi, impediti dal Corano di riprodurre imagini di animali, si limitavano a caratterizzare quel mare col mezzo di un segno, la cui cupa unità, se non ispaventava a prima giunta, percuoteva vivamente l’imaginazione; una mano uncinata, la mano di Satana, che sporgeva dall’abisso, pronta a trarre sotto i vortici i navigatori che fossero tanto temerari da inoltrarsi nelle acque del Bahr-al-Jalmet.

Nè questi pericoli sotto-marini erano i soli che corressero gli esploratori: giganteschi avversari potevano improvvisamente piombare dal sommo dell’aere: in quelle latitudini si librava sovr’ale immense l’uccellaccio rock, che col suo rostro sollevava, non un uomo ed una barca, ma un naviglio carico di tutto il suo equipaggio, lo portava nella regione delle nubi, e da tale altezza si trastullava a fracassarlo fra’ suoi artigli, per lasciarlo cadere a brano a brano, uomini e cose, nelle onde spaventevoli del mar tenebroso. Certi passi di autori gravi fanno fede che a quel tempo essi medesimi condividevano la credenza volgare. Appunto in quell’anno, nella prefazione di un libro proibito, il giureconsulto Fernando de Rojas parlava seriamente dell’uccello rock. Più di un secolo dopo scoperta l’America, il duca d’Arion, vicerè del Messico, credeva che nella parte sconosciuta della Nuova Spagna vivessero aquile a due teste.

l lettori renderannosi facilmente ragione di queste credenze e di questi spaventi, se ricorderanno che allora non esisteva mappamondo, il qual non indicasse mai colla imagine di mostri spaventevoli, i gradi vicini alla linea equinoziale. Or, come i ma-